The New Gastronome

10 progetti legati al cibo in città che spaccano

Prendi ispirazione per migliorare la sostenibilità dei centri urbani

In tutto il mondo, le città stanno lavorando per migliorare il sistema alimentare attraverso l’azione locale. Sebbene alcuni di questi progetti possano sembrare invisibili, essi possono cambiare il modo in cui guardiamo la nostra città e il mondo.  

 

Una città può essere considerata come un organismo vivente all’interno del quale vive il 50% della popolazione mondiale e dove viene generato l’80% del PIL mondiale. Di conseguenza, le città stanno conquistando sempre più spazio nel mondo, trasformandolo in termini di ambiente, società e economia. Nonostante occupino tecnicamente solo il 3% della superficie terrestre, le città rappresentano il 60-80% del consumo energetico e sono responsabili del 75% delle emissioni globali di carbonio. Esse sono il punto di arrivo per la maggior parte delle materie prime e dei prodotti finiti che entrano in una nazione, e il principale punto di uscita di rifiuti ed emissioni inquinanti, spesso a discapito delle aree periferiche delle città. Sono anche il principale punto di raccolta dell’immigrazione e di conseguenza le responsabili dell’inclusione sociale o dell’esclusione di stranieri e persone svantaggiate. Inoltre, le città gestiscono in misura significativa la salute nazionale e possono quindi essere viste come luoghi in cui società, economia, salute e ambiente si mescolano e fondono.

 

 

Avendo preso consapevolezza del grande potenziale di cambiamento da esse posseduto, le città di tutto il mondo stanno iniziando a migliorare il proprio sistema alimentare attraverso azioni locali, con la speranza di ingenerare, attraverso di essi, cambiamenti a livello globale. In questo contesto sono stati avviati numerosi e interessanti progetti attinenti la filiera alimentare nei contesti urbani, che hanno lavorato su argomenti come la produzione del cibo, le diete sostenibili, lo spreco alimentare e altro ancora. Cominciamo a scoprirne alcuni, attraverso 10 esempi di buone pratiche che, se condivise, potrebbero avere un impatto ancora maggiore sul nostro sistema alimentare mondiale.

 

 

1. Shanghai, Cina | New Food Safety Credit System 👇

 

Photo ©Li_Yang

A Shanghai, la più grande città della Cina, la gestione della sicurezza alimentare delle piccole e medie imprese alimentari è molto complicata. Per questo motivo nel 2013 il governo ha lanciato un nuovo sistema di crediti per migliorare la supervisione della produzione alimentare al fine di garantire la sicurezza alimentare. Il sistema – condiviso tra dipartimenti statali e diversi attori pubblici e privati – si basa sulla convinzione che la politica di sicurezza alimentare deve essere completa, coesa e ben applicata. Negli anni passati sono stati classificati 1.526 produttori di alimenti, 80.000 imprese alimentari e 50.000 catering, il che ha comportato un enorme miglioramento della sicurezza alimentare della città.

 

2. Birmingham, Inghilterra | “Tackling the Obesogenic Environment Team” 👇

 

Photo source Max Pixel

La ricerca scientifica ha dimostrato che per affrontare l’obesità è necessario cambiare l’ambiente alimentare in cui vivono le persone, migliorando l’accesso al cibo fresco e educando la popolazione intorno a determinati argomenti. Tenendo conto di questa idea è nato il “Tackling the Obesogenic Environment Team” di Birmingham: una task force che ha creato un sistema educativo sull’argomento, collaborando con scuole, centri comunitari, pubblicità istituzionali, fast food e molti altri soggetti, pubblici e privati, interessati a ricostruire un nuovo ambiente alimentare.

 

A.   D    V.   E.   R.   T.   I.   S.   I.   N.   G

 

 

3. Lione, Francia | Short Supply Chain System 👇

 

Photo ©Ben_Kerck

L’area metropolitana di Lione ospita migliaia di ristoranti che servono ogni tipo di cibo immaginabile. Tuttavia solo una parte molto piccola di essi utilizza ingredienti locali, a causa del prezzo elevato di tali prodotti. Per questo motivo la città ha deciso di promuovere un sistema di filiera corta, finalizzato a mettere in relazione la produzione rurale e le esigenze dei ristoranti. Ciò è stato fatto approvando nuove politiche agricole che promuovono l’aumento della produzione biologica e locale e collegando i produttori biologici con le società di distribuzione e trasformazione. Grazie a questa nuova rete i ristoranti sono stati in grado di aumentare la quantità di alimenti locali e di produzione biologica nei loro menù, sostenendo così l’economia locale.

 

4. Tel Aviv, Israele | Improved Education 👇

 

Photo source Maxpixel

La città di Tel Aviv sta lavorando con le ONG locali e le istituzioni educative informali per migliorare l’educazione circa il cibo, l’alimentazione sana e sostenibile e la cucina tradizionale. Nel 2016, ad esempio, l’amministrazione comunale ha lavorato con più di 8.000 scout di età compresa fra gli 8 e i 18 anni. Il progetto prevedeva un nuovo menù salutare per i bambini e lezioni di cucina salubre con i genitori. La cooperazione ha dimostrato che l’uso di istituzioni educative alternative può essere un modo orizzontale e partecipativo per diffondere la conoscenza.

 

5. Kyoto, Giappone | “Kyoto City New Garbage Half Reduction Plan” 👇

 

Photo ©663highland

Nel 2015, la città di Kyoto ha implementato un nuovo sistema di raccolta dei rifiuti, denominato “Kyoto City New Garbage Half Reduction Plan” (“Piano di riduzione della metà della spazzatura della città di Kyoto”) che mira a regolare la riduzione e lo smaltimento di tutti i tipi di rifiuti in modo nuovo e sostenibile. Questo piano funziona grazie alla cooperazione su diverse iniziative con le imprese locali, le ONG e la partecipazione dei cittadini. Uno dei più brillanti è la campagna informativa “3 Kiri Kitchen Waste” che promuove l’uso completo del cibo acquistato: Kiri significa letteralmente “fare pieno uso di qualcosa”. La campagna si basa su tre pilastri: compra ciò di cui hai bisogno, mangia tutto ciò che acquisti, scarica i liquidi prima di metterli nella spazzatura. Queste tre regole molto semplici sono state distribuite in tutti i ristoranti, le scuole e le case della città di Kyoto. Nel giro di un anno dall’avvio del progetto il volume dei rifiuti è diminuito del 49%!

 

6. Quito, Ecuador | AGRUPAR Project 👇

 

Photo ©Murray Foubister

Nel 2002, il Distretto Metropolitano di Quito ha lanciato il progetto AGRUPAR (Participatory Urban Agriculture Program), con l’obiettivo di promuovere l’autoproduzione del cibo locale attraverso l’agricoltura urbana. Le bioferias, mercati contadini in cui i piccoli produttori possono vendere i propri prodotti e dove vengono promosse diete salutari, offrono ai cittadini alimenti sani e prodotti localmente, così come valutazioni sanitarie gratuite e consigli di esperti per una dieta più sana. Solitamente situato vicino ai centri sanitari, questa forma “migliorata” del concetto di mercato dei contadini rafforza la relazione tra consumatore e produttore su piccola scala, crea posti di lavoro e offre una piattaforma per condividere e generare conoscenza.

 

7. Pamplona, Spagna | “Children’s School Program” 👇

 

Photo source Wikipedia

Nel 2016 è stato avviato il “Children’s School Program” volto a ridurre la povertà alimentare, ​​migliorare le diete e gestire lo spreco alimentare. Lavorando a stretto contatto con le mense scolastiche e la pubblica amministrazione il programma persegue l’obiettivo di migliorare i menù, condividere la consapevolezza e generare conoscenze sulla sostenibilità e la nutrizione. Nell’ambito del programma si organizzano anche visite ai produttori locali per mettere in relazione i bambini e i loro genitori alla produzione di cibo.

 

8. Città del Messico, Messico | Community Dining Rooms Program 👇

 

Photo ©Alejandro_Islas

In una città con oltre 8 milioni di abitanti, la sicurezza alimentare è uno dei problemi principali, in particolare per i gruppi più vulnerabili. Questo è il motivo per cui nel 2009 l’amministrazione della città ha avviato il programma dei Comedores Comunitarios (“mense della comunità”), allestendo 488 refettori in 16 distretti, servendo 65.600 pasti ogni giorno al prezzo di 10 pesos messicani (pari a 0,52 dollari americani). Il progetto fornisce pasti e lavoro per le persone bisognose. Dal 2010 al 2015 la povertà alimentare è diminuita dal 15,5% al 5,6%, grazie a questi spazi comunitari!

 

9. Johannesburg, Sudafrica | “Food Resilience Unit” 👇

 

Photo ©Paul Saad

Johannesburg è una delle città più insicure al mondo. Al fine di garantire un migliore accesso al cibo, rafforzare le comunità e diffondere pratiche di agricoltura urbana, la città ha creato l’“unità di resilienza alimentare” (“Food resilience unit”), una strategia a ombrello che funziona anche con le cosiddette “zone di responsabilizzazione alimentare” (“Food empowerment zones”). Fondamentalmente si tratta di grandissime fattorie che offrono uno spazio dove le persone possono praticare l’agricoltura urbana e dove si trovano anche un ristorante, un mercato e uno spazio per lo scambio del cibo in eccesso. Nella più grande food empowerment zone 32 cooperative stanno lavorando su più di 250 ettari di terreno. Questo progetto garantisce una rete e uno spazio sicuro per produttori e consumatori, dando loro la possibilità di produrre il proprio cibo.

 

10. Austin, Stati Uniti d’America | “Fresh for Less” Program  👇

 

Photo ©Argash

Come la maggior parte delle città americane, Austin sta affrontando un problema di insicurezza alimentare in relazione al consumo di cibi non salutari. Il legame tra accesso insufficiente a un cibo sano e malattie legate all’alimentazione, come l’obesità o il cancro, è stato dimostrato essere uno dei problemi principali nelle città americane. Uno dei modi in cui Austin ha affrontato questo problema è attraverso il programma “Fresh for Less”, che è stato introdotto in 19 comunità a basso accesso al cibo sano e in spazi come mercati, chioschi e negozi, dove le persone bisognose possono acquistare frutta fresca e verdura ad un prezzo equo. Presso questi punti di accesso al cibo fresco e salubre sono abbinati anche i vantaggi del programma SNAP (Supplemental Nutrition Assistance Program), al fine di aiutare un numero ancora maggiore di persone bisognose.

 


 

Perché è così importante conoscere questi progetti?

 

Simili a queste dieci città, ce ne sono molte altre che lavorano per la sostenibilità. I progetti sopra menzionati nascono in contesti diversi, provengono da esigenze differenti e combinano svariati tipi di interventi, azioni e strategie. Tutti mirano comunque a rendere i propri sistemi alimentari più sostenibili collaborando, condividendo, educando e prendendosene cura, ecco perché conoscere questi progetti è così importante: ci insegnano che per cambiare un sistema, tutte le parti – indipendentemente dalla grandezza di ciascuna – devono lavorare in un unico modo coeso e muoversi nella medesima direzione. Inoltre mostrano che il sistema alimentare ha un impatto ed è influenzato da molti fattori diversi, che non devono essere trascurati nel lavorare verso un futuro migliore. La sostenibilità è, prima di tutto, relativa a un cambio di paradigmi e di direzioni, e queste dieci città mostrano che anche il più piccolo passo può avere un grande impatto.


Traduzione al Italiano da Gianpaolo Fassino


About the author

Bianca Minotti

Bianca Minotti is a former University of Gastronomic Sciences of Pollenzo student and currently a PhD student in Rural and Social Development at the Czech University of Life Science in Prague. She carries out food governance projects in Italy and is particularly interested in the role that food has in reconnecting urban and rural areas. The sustainability of the food system is the cornerstone of her research project, which aims to study how to make cities more sustainable through a good, clean and fair food democracy.

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